venerdì 5 aprile 2013

Recensione Hybrid. Quel che resta di me di Kat Zhang.

Hybrid, Quel che resta di me di Kat Zhang è il nuovo distopico, edito da Giunti Y, di cui si è parlato nelle ultime settimane. sono finalmente riuscita a finirlo, dato che la scuola mi soffoca e le vacanze mi hanno resa più pigra di quanto volessi, però mi è piaciuto molto e voglio sapere se, per chi di voi lo ha letto, è stato lo stesso. E chi non l'ha fatto, beh, pensate di leggerlo?


Hybrid. Quel che resta di me
Kat Zhang
Giunti Y
416 pagine
6 Marzo 2013
14,50€
Voto: 3 Stelle e ½!

NON DOVREI PIU’ ESISTERE MA SONO ANCORA QUI.
In un mondo alternativo, ogni persona nasce con due diverse personalità, due anime. Con il passare del tempo, in modo naturale, l’anima dominante prende il sopravvento e quella recessiva viene dimenticata, scompare come un amico immaginario che ci ha tenuto compagnia solo nell’infanzia. Il sopravvivere delle due anime dopo la pubertà è illegale e visto dalla società come un’aberrazione da correggere.
Ma in Addie, nonostante i suoi sedici anni, è ancora presente Eva, la sua se­conda anima. Rannicchiata nella mente di Addie, Eva interagisce con l’altra par­te di sé: come due vere sorelle si amano, si proteggono, ma possono diventare anche gelose l’una dell’altra. Nonostante tutti i tentativi per difende­re e nascondere l’esistenza della debole Eva, il segreto di Addie viene scoperto.


                                         La mia Recensione.

La distopia è affascinante, quando sa toccare i giusti elementi, rendendo interessanti e inaspettate cose che spesso noi consideriamo automatiche, che diamo per scontate. Quante volte, per una qualsiasi decisione variabile nel gradiente di importanza, ci siamo sentiti combattuti con noi stessi, divisi in due perché animati da prospettive differenti? Quante volte quella che noi chiamiamo coscienza ci ha suggerito la risposta giusta? Ignorarla o meno sta a noi.... ma Addie non può ignorare Eva, ne vuole. Cresciute entrambe nello stesso corpo, fin da bambine, e arrivate all'età limite per gli ibridi -circa sei anni- senza essersi ancora stabilizzate, Addie ed Eva vengono sottoposte a interminabili esami e controlli accurati, mentre i loro genitori pregano che l'anima dominante fra le due, e appare chiaro a tutti che sia Addie, prenda il sopravvento, eliminando il peso che grava sulla loro famiglia da tempo, finché a dodici anni Addie viene dichiarata stabile. I Tamsyn si trasferiscono, alla ricerca di un posto in cui ciò che è successo non sia di dominio pubblico.

Ma a sedici anni Eva è ancora lì, regredita tanto da non potersi più muovere o prendere il sopravvento, nemmeno per un secondo, paralizzata nella mente di Addie. Ridotta ad una semplice voce. Negli anni hanno imparato a stare attente, a non far venire nessun sospetto, costruendo una vita normale. Certo è che quella di Eva non può essere normale. E' lei l'io narrante che ci accompagna in una società in cui anni di guerre liberarono le Americhe dal dominio degli ibridi, che oggi vengono cacciati come animali e, se individuati ancora attivi dopo l'età limite, rinchiusi nelle in cliniche specializzate per essere guariti. Un passato che terrorizza tanto le persone stabilizzate quanto quelle ancora ibride. Perché ce ne sono ancora. Anime che non smettono di lottare, che vogliono vivere, per quanto la loro possa essere chiamata vita. Eva non vuole andare via, ed Addie non sarebbe mai davvero pronta a lasciarla andare.

Un legame speciale, come un'amico d'infanzia che non è mai andato via, e quel plurale, quel noi che nessuno accettava davvero, ma a cui tutti sorridevano docili. Un noi ora impronunciabile ad alta voce per Addie ed Eva, ma che fa loro compagnia giorno dopo giorno, fra i litigi sempre più frequenti, la paura che non smette mai di farle tremare. Insieme sono migliori. Quando Addie non ce la fa, o non sa cosa dire, è Eva a sussurrarle le cose giuste. Così, quando Hally Mullan cerca di fare amicizia con Addie, Eva la convince a lasciarsi andare. Lei però sa che dovrebbero evitare di attirare l'attenzione, che una come Hally darà loro esattamente il risultato opposto. Conosceranno Devon, il fratello di Hally, e in tutto questo in me è cresciuto il sospetto, arrivando fino alla certezza... e poi alla conferma. Da quel momento in poi, ogni cosa cambierà, per Eva ed Addie, e i loro incubi diventeranno realtà.

Eva vuole sperimentare, sentire, sorridere, fare tutte quelle cose che non può fare, ma a cui può assistere come spettatrice attraverso la sorella. Addie invece è quella guardinga, più rigida e indecisa, ma dominante. Entrambe sono dotate di un tipo diverso di determinazione, dettato da sentimenti opposti, simili e risoluti, per gli stessi motivi o per motivi opposti. Due personalità ingannevoli, che a volte sembrano equivalersi e altre appartenere a due persone completamente differenti, ma che si supportano a vicenda e sono l'una la roccia dell'altra. A volte Eva parla di sensazioni solo sue, distaccandosi per un attimo dalla sua simbiosi con Addie, e questo la rende più complessa di ciò che sembra, un personaggio a sé stante, diviso da quello di Addie.
Quando il loro segreto verrà scoperto, non ci saranno più schermi e bugie a proteggerle. Come essere spogliati davanti a tutti e far finta di essere ancora coperti, cercando in tutti i modi di nascondere il disagio, il terrore, la verità. Per loro sarà una grande prova di forza e coraggio, un alternarsi di litigi, riappacificazioni, sospetti, paura, determinazione, amicizia, amore. Un mix intenso, struggente e travolgente, che crea quella voragine in petto che mi ha fatta sentire piena di sensazioni, turbata e confusa, e poi mi ha svuotata all'improvviso, così che ad un tratto ero persa, alla deriva, troppo impegnata a rivivere nella mia mente le scene che non potevo far altro se non digerirle. Mi piace quando i personaggi prendono consapevolezza di qualcosa che vogliono cambiare, che sentono di dover cambiare, e diventano determinati nel volerci riuscire. Trasforma le prospettive, le rende limpide e speranzose, anche se costellate di pericoli e ostacoli.

Alla clinica Nornand, Eva e Addie vivranno un incubo diluito nei giorni, nelle ore, con una paura pressante per ciò che le aspetta, anche quando cercano di convincersi che presto avrebbero potuto andarsene. Ritrovano Hally e Devon, anche se la loro intesa non sarà immediata. Entrambe, però, si rendono conto di quanto continuare a nascondersi nel voler negare sia inutile. Quanti ibridi in cura esistono, spersi per le Americhe? Quante cliniche promettono di farli guarire, senza che poi sia effettivamente così? E cosa succede a quelle persone? Tutte domande a cui daranno una risposta, frugando tra le menzogne che dilagano fra gli adulti, e che i pazienti si raccontano per auto-convinzione, per promesse che, in cuor loro, sanno non verranno mai mantenute. Terribili segreti che emergeranno con quell'agghiacciante consapevolezza che striscia fra i pensieri, prima come ipotesi, poi come certezza. Eva e Addie sanno di dover fare qualcosa. E quando uno spicchio di luce si profila all'orizzonte, si tuffano in avanti, sperando che non sia troppo tardi.

C'è più di quello che appare, nella società. Una prigione chiusa in se stessa, a livelli diversi, dalle Americhe alla clinica, alle stanze, alla mentalità. Alle bugie, che per prime limitano la libertà. Ciò che tutti sanno è che gli ibridi perdono il controllo, sono instabili, vanno curati. Che il mondo fuori ne è pieno e vive nel caos, e per questo ogni rapporto con i paesi oltremare è stato interrotto, a seguito delle numerose guerre. Ma, venute a conoscenza della reale situazione del loro paese, Addie ed Eva sanno che il governo mente. Che la genetica non uccide le anime, che ciò che per tutta la loro vita avevano creduto naturale, che le aveva fatte sentire un'anomalia, in realtà non è quello che tutti dicono sia. C'è qualcosa sotto, e scoprirlo genererà una serie di domande senza risposta, quel genere di quesiti che fanno capire come tutto ciò in cui si è creduto fino ad allora si stesse sgretolando velocemente, abbattuto dall'evidenza dei fatti. E, come esordio di una saga davvero promette, ci lascia con il quesito più logorante: perchè?

Hybrid riecheggia di elementi già sentiti, dalla doppia-presenza-in-uno di The Host alla claustrofobica inquietudine di Schegge di me, senza tuttavia il suo ritmo continuo e travolgente, penetrante e martellante dall'inizio alla fine. E' più uno stile che, con l'apparente semplicità dei termini e delle descrizioni, s'intensifica in un lento crescendo senza inondarti subito, tanto che quando ti rendi conto di esserti appassionato alla lettura, sei già in una spirale di immagini ed emozioni che ti vincola e non ti lascia andare. Come andare alla cieca per le strade avvolti in un banco di nebbie che ti fa solo percepire e non vedere, e poi scivoli via lungo una discesa che non avevi previsto, incapace di fermarti. Travolgente o no, beh, è un fattore soggettivo. Posso dire di essere rimasta concentrata e impaziente di capire fino alla fine, e l'autrice è stata abile nel chiarire tutti i dubbi, pur lasciando con nuovi interrogativi, e altri secondari, che spero verranno soddisfatti nel sequel. Solo... avrei tanto voluto che mi prendesse un pò di più, perché ho davvero adorato la trama, e sono estremamente curiosa di capire di più.

6 commenti:

  1. Io lo sto finendo di leggere.. non mi ha preso particolarmente. carino come libro ma senza troppe pretese... ti saprò dire meglio con una recensione.
    Se vuoi passare anche da me questo è il mio blog: http://elisaswonderlandofbooks.blogspot.it/

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    1. La penso un pò come te, anche se in generale mi è piaciuto :)
      E' molto bello, complimenti, ti seguo anch'io :D

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  2. si non ti conquista subito però ad un certo punto non riesci ad abbandonare le pagine e alla fine ti rimane il dubbio su come procederà la storia in seguito!

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    1. Esatto, riesce a cambiare le carte in tavolo all'ultimo :)

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  3. A me è piaciuto davvero molto, piano piano mi ha conquistata. Era da un bel po' che non leggevo un distopico così ^^
    Bella recensione :)

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    1. Grazie Elena :)
      Speravo mi prendesse un pò di più, però come lettura mi è piaciuta ;)

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