mercoledì 4 dicembre 2013

Recensione Il nostro infinito momento di Lauren Myracle.

Il New Adult dilaga, le letture aumentano mentre il tempo rimane costante -e tosto si riduce-, ma la passione c'è sempre e non mi ha impedito di finire questo libro. Solo... mi ha rallentata un po'. Il nostro infinito momento di Lauren Myracle è un romanzo leggero, dalla trama piacevole ma estremamente semplice. Da leggere se volete qualcosa di poco impegnativo con cui fare i conti, che metta il cervello in stand by per un po', senza troppo ripercussioni disastrose -vedi me quando leggo Shadowhunters, col cervello in pappa...

Il nostro infinito momento (The infinite moment of us)
Lauren Myracle
Newton Compton
352 pagine
In uscita 21 Novembre 2013
4,99€ ebook -
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★  

Wren non ha fatto altro che compiacere i suoi genitori.
Charlie invece sa benissimo che cosa desidera
Sexy, romantico e così vivido da sembrare reale
Uno sguardo indimenticabile sul vero amore
Il destino è scritto nelle stelle?
Per tutta la vita Wren Gray non ha fatto altro che compiacere i genitori, e i loro desideri sembravano coincidere perfettamente con i suoi. Ma ora che il diploma si avvicina e sta per diventare una donna, si rende conto che qualcosa in lei è cambiato. Wren sente che è arrivato il momento di seguire il proprio istinto e i propri sogni. Ma non è facile capire che cosa desidera veramente e per chi batte davvero il suo cuore…
Charlie Parker invece sa benissimo che cosa desidera, perché è qualcosa che ha sempre sognato. Charlie ama Wren, e la ama dal primo momento in cui l’ha vista. Wren è bellissima, brillante, una persona speciale, e Charlie ha paura che non potrebbe mai innamorarsi di un ragazzo timido e problematico come lui pensa di essere.
Eppure il destino è scritto nelle stelle. E nell’estate dopo la fine della scuola Wren e Charlie si incontreranno... Le anime sono difficili da far venir fuori, così rinchiuse come sono nei loro corpi…
Rischio, sesso e un sacco di cose che i genitori non approveranno!

La mia Recensione            

Il libro si apre con il principale capitolo conclusivo della vita di un adolescente: la fine del liceo, il diploma, un'ultima estate di svago prima del grande passo, quello che li condurrà all'università, al mondo reale, quello in cui non si può più rimandare il futuro perché questo diventa presente, e investe chiunque, con la stessa intensità, senza esclusione di colpi. Tanti punti interrogativi, timori, esitazioni, e Wren deve ancora decidere come comportarsi. Nella sua vita, ogni "sua decisione" ha subito l'influenza dei genitori, da ciò che le piace bere a colazione al posto che sicuramente occuperà in una prestigiosa scuola di medicina, frequentata dalla madre che lavora lì e che detiene un'ottima reputazione. Conoscono tutto di Wren, sanno cosa le piace fare, leggere, indossare, quali sono i suoi progetti e i suoi sogni... e in realtà non conoscono nessuna di queste cose, perché Wren è cambiata e questa trasformazione è passata inosservata ai loro occhi, troppo concentrati sui loro obiettivi e su ciò che vogliono per lei.  Quando si dice che i genitori vivono attraverso i figli... nel caso di Wren, la morbosità è decisamente eccessiva. Affetto e protezione non le sono mai mancati, ma sul piano psicologico sono stati fin troppo eccessivi. E adesso Wren si ritrova con un grande sogno nel cuore, sul punto di realizzarlo, decisa a opporsi al futuro pianificato dai genitori. Il cocente senso di colpa è il principale problema: l'ultima cosa che Wren vorrebbe fare è deluderli, dato che l'unica loro soddisfazione sembra essere il modello di figlia cresciuto nella loro mente, ma che lei ha smesso di seguire da tempo senza trovare il coraggio necessario per confessarlo.

Sa bene che quel che vuole fare, dire, essere, andrebbe fondamentalmente contro ciò che i suoi vorrebbero, ma Wren capisce finalmente di dover seguire i suoi desideri e fare ciò che la sua mente e il suo cuore le suggeriscono. Il liceo è finito, e non c'è nessun'altro ostacolo fra lei e il mondo reale, se non fosse per loro. E poi c'è Charlie. Charlie, che invece l'ha osservata a lungo, e non trova alcuna imperfezione in lei, così bella e intelligente, ingenua in modo dolce e appassionato, completamente diversa da Starrla e dal loro strano rapporto a metà fra passato e presente, ossessione e bisogno viscerale di affetto. D'altronde, il passato di Charlie non è dei più felici: abbandonato dalla madre in tenera età, è cresciuto fra adozioni e associazioni con bambini o ragazzi in condizioni simili alle sue, solo, desiderando l'amore che gli è stato negato da piccolo.
Fra loro, tutto inizia con qualche sguardo e una grande consapevolezza racchiusa dentro di loro. Entrambi sentono il legame che li unisce, si trovano in mezzo alla folla senza poter fare a meno di sorridersi, e via con le occhiate maliziose da parte degli amici, come con Tessa, la migliore amica di Wren, per la quale registrare l'interessa di Wren verso il genere maschile è quasi un evento da festeggiare! La decisione di non frequentare ragazzi durante il liceo, per concentrarsi esclusivamente sullo studio, era stata presa di comune accordo con i genitori -un altro aspetto del loro assurdo modo di sopprimere la libertà di Wren. Ma con Charlie, può essere se stessa e confessare tutto ciò che in cuor suo aveva sempre tenuto celato, come con Tessa -eppure in modo diverso. Si comprendono, si completano, si vivono a vicenda pensando a quanto sia bello che il destino li abbia fatti incontrare.

Charlie l'ha sempre saputo, ogni volta che la guardava da lontano, e starle vicino, adesso, passare l'estate con lei, è come un sogno che diventa reale. Wren, frenata inizialmente dall'insicurezza e dalle incertezze sul suo futuro, si lascia andare a quella nuova, bellissima intesa. Ciò che nasce fra loro, il sentimento che pian piano prenderà un posto speciale nel loro cuore, conserva le stesse sfumature dell'ambiguità dei rapporti reali, di quelli che vedo ogni giorno progredire, spezzarsi e nascere fra i miei coetanei. Perché ambigui? Cercherò di spiegarmi meglio che posso. Quando scocca l'amore, nei libri, di solito non prende in giro nessuno; è autentico e vivo e intenso, usa diversi sentieri, sbagliando direzione, ed è costretto a correre, rallentare, saltare ostacoli, ma è ciò che lo rende così affascinante e intrigante, che incolla noi lettrici alle pagine come se non avessimo scelta. E' tutto lì, nero su bianco, anche se può coglierci di sorpresa. Per Il nostro infinito momento, però, è stato diverso. Wren e Charlie sono imperfetti, hanno i loro dubbi e quando li esprimono, lo fanno com'è consono al loro carattere, senza maschere che li nascondono da quelli che sono. Agiscono con la verità, le bugie -quando capita, quasi sempre per omissione-, l'inquietudine di quelle domande senza risposta che aleggiano fra loro, ma sono sé stessi. E conoscere tutto ciò significava, per me, registrare i loro errori come azioni che a volte sembravano mancare di quell'intensità e quella drammaticità così tipica dei romanzi che di solito mi capita di leggere. Probabilmente questa mia nota, il cui argomento mi risulta così ambiguo, è dovuto al fatto che principalmente sono io, ad aver ereditato un atteggiamento drammatico che mi aiuta a riconoscermi di più in quel genere di libri -o a notarne la mancanza. Qui è stato tutto molto schietto, veloce e normale, come a creare una sorta di distacco con il piano prettamente sentimentale.

Non parlo totalmente in modo negativo di questo libro, perché la storia in sé è molto carina. Mi piace l'idea di due vite senza vere certezze che si incontrano nel momento giusto, in cui ogni cosa è ancora da decidere, aiutandosi l'un l'altra, pur indirettamente, a trovare la giusta strada da percorrere. E' una di quelle coincidenze per cui non storcerei il naso con incredulità, convinta che anche nella vita reale, a volte, il caso faccia sì che cose del genere si verifichino sul serio -se non altro, Ariosto sarebbe d'accordo con me riguardo l'ultima affermazione. Ed è anche una delle sfumature della storia che rientrano in quell'ambiguità di cui accennavo prima; in questo romanzo è tutto così verosimile -e non è esattamente un pregio, riprende certi aspetti della vita adolescenziale resi in modo un po' banale, tanto che potrei giurare si tratti di una qualche storia sentita davvero dalla bocca di un'amico o conoscente. Ma allo stesso tempo è diverso da quando, finito un libro, si rimane senza fiato perché ci si rende conto di aver soltanto letto e non vissuto davvero quel tutto; e poi, come una storia sentita di sfuggita o narrata da qualcuno, posso ascoltarla, trovarla piacevole, ritrovarmi in alcuni aspetti di essa, immedesimarmi magari, ma difficilmente avvertirla come se l'avessi vissuta io. E' per questo, suppongo, che certi romanzi ci sembrano così travolgenti da arrivare alla fine con le idee confuse, mente e cuore stravolti avendo dimenticato si tratti di un libro, mentre altri, come questo, hanno quel fascino innegabile che ti trascina piacevolmente in giro per le sue pagine, ma senza lo stesso trasporto.

Carino, ma non un caso editoriale che verrà ricordato a vita. Lo stile si destreggia fra sequenze narrative e dialogiche -queste ultime, forse, un po' troppo presenti, anche se aiutano parecchio ad inquadrare i personaggi e la storia in sé-, giocando sul doppio pov per una più ampia visione dei fatti, indispensabile per seguire la trama senza far confusione, e dando anche quell'insolito effetto di distacco che non mi ha del tutto convinta, ma che l'ha reso semplice da leggere e piacevole quanto basta a farmi arrivare alla fine. Se avessi riposto aspettative più alte su questo libro, ne sarei sicuramente rimasta delusa, ma dato che non è stato così ho avuto la possibilità di leggere tranquillamente, e con un certo atteggiamento critico e controllato, tutto il romanzo. Fino al finale. Lì qualche emozione scoppiettante è fuoriuscita dall'aura controllata che mi circondava e sono rimasta davvero interdetta, indecisa se sorridere o sentirmi frustrata o dare una bella botta a qualcuno alla ricerca di risposte. Il modo in cui l'autrice lascia ad intendere cosa potrebbe accadere, pur tacendo possibili risvolti, dopo attimi di smarrimento ha risollevato il mio giudizio. Non dico di non essere rimasta perplessa, specie perché si tratta di un autoconclusivo, ma non è il classico e vissero per sempre felici e contenti cui troppi romance lasciano intendere. Nonostante l'estrema linearità della trama e dello stile, piccoli aspetti positivi hanno dato qualche punto in più alla storia, e tanto basta.

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