domenica 11 maggio 2014

Recensione Afterlife di Stephanie Hudson.

Eh, c'è da divertirsi nello scrivere questa recensione. Afterlife di Stephanie Hudson è un romanzo (?) senz'altro particolare: confuso, inconcludente, spaventosamente mal scritto -e a giudicare da come sta andando il secondo, che sto legiucchiando, non è colpa del traduttore- e abbastanza patetico. Se l'avete letto lo sapete, e se vorrete leggerlo ve ne renderete conto. Per adesso posso solo lasciarvi il mio parere.

Afterlife
Stephanie Hudson
DeAgostini - BOOKME
608 pagine
In uscita 25 Marzo 2014
14,90€ - 7,99€ ebook
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Trama: Cos’è l’Afterlife? Solo il chiacchieratissimo nightclub in stile gotico, gestito dai multimiliardari e affascinanti fratelli Draven, o un luogo di perdizione, dove il tempo sembra non scorrere mai e il privé è avvolto da una forza misteriosa?
Fuggire dall’Inghilterra è l’unico modo che ha Keira per tagliare definitivamente i ponti con il passato che la perseguita. Così decide di trasferirsi negli USA dove raggiunge sua sorella e il cognato, a Evergreen Falls, nel gelido New Hampshire, per riprendere l’università e per intrecciare nuove amicizie. Quando poi le viene offerto un lavoro in uno dei locali più esclusivi della città, l’Afterlife, gestito da una ricchissima famiglia, i Draven, si convince che la fortuna ha finalmente iniziato a girare dalla sua parte. Almeno fino a quando non incontra il proprietario del nightclub, il tenebroso e sprezzante Dominic Draven, l’uomo che da qualche tempo popola i suoi sogni più intimi: il ragazzo è tanto scostante nella realtà quanto premuroso nei suoi sogni. Da quel momento, Keira viene risucchiata in un mondo di cui non sospettava l’esistenza, fatto di creature maligne e di angeli, ma che la attrae come un’ossessione. E più il sentimento che la lega a Dominic cresce, più sarà difficile per lei decidere se fidarsi e rimanere o scappare dalla follia che la consuma.


Finito! Missione compiuta! Non ci potete credere, davvero, ma terminare questo libro... credevo non ce l'avrei fatta. Così vischioso, incasinato, contorto, non c'è da sorprendersi se molto colleghe blogger l'hanno bocciato con due stelline. Lo sto bocciando anche io, sia chiaro, ma credo che leggerò i prossimi se mai usciranno. Perché? Avete visto i giudizi su goodreads? Come vi dicevo nell'ultimo Chi ben comincia, sono proprio curiosa di capire come sia possibile che Afterlife abbia raggiunto una media di 4.1 stelline, con moltissimi pareri entusiasti.
Oookay.
Il miglior modo di cominciare una recensione è sempre il solito -partire dalla trama. E sappiate che, a dispetto della lunghezza del libro, ben 600 pagine, è molto semplice. Keira scappa dall'Inghilterra perché lì risiede il passato con cui vuole assolutamente tagliare i ponti. Va a stare dalla sorella, Libby, felicemente sposata con il suo omone, tale Frank. Da qui l'assurdità numero uno: ovviamente, una ragazza con un passato traumatico come il suo, che non sto qui a spoilerarvi, chiaro, decide di vivere in una casa grande, decadentecircondata da una foresta sinistra, montagne e tanta natura, che per carità, può essere magico e meraviglioso, ma non fa bene ad una mente iperattiva come la sua, specie durante i temporali. Però, ecco, lei adora fare lunga passeggiate, ma poi si perde ritrovandosi sistematicamente in preda al panico. Mi viene in mente solo: masochista, o felicemente folle.
Di certo Keira è una contraddizione continua, oltre che un cliché ambulante. Veste solo capi larghi e coprenti, specie sulle braccia, che spesso deve nascondere con lunghi guanti.
La chiave per ricominciare prevede due cose: il college e un lavoro. In un negozio conosce RJ, una ragazza goth vivace, ficcanaso e insopportabile che la presenterà al resto della sua comitiva, compreso il fratello Jack, che si prende una cotta per Keira. Povero ragazzo.
Entrambe frequenteranno il primo anno di college, mentre Jack va al terzo, e questo darà loro l'opportunità di girare spesso insieme per questo paesino sperduto, in cui i pettegolezzi volano e tutti, soprattutto RJ, potrete immaginare, sanno sempre tutto. Perciò la prima volta che Keira metterà piede all'Afterlife, il locale più sperduto, chic, sofisticato e ricercato della zona in cui presto andrà a lavorare come cameriera, quasi non può credere a quello che le capita. La famiglia che possiede non solo il club, ma anche mezza città, i Draven, è di ritorno come succede annualmente, e sfilano per il locale attirando gli occhi di tutti i presenti per salire al privè in cui nessuno, a parte il personale autorizzato, può mettere piede. E quando gli occhi di Keira incrociano quelli di Dominic, fratello maggiore dei tre che portano quel famigerato, riverito e temuto cognome, lo riconosce immediatamente come l'uomo che sogna da alcune notti e che è diventato la sua ossessione.
Assurdità numero due: come se non bastasse la casa sperduta, la nostra Keira accetta di lavorare all'Afterlife sapendo che ha una strana reputazione, nonostante tutti ci vadano, e che è anch'esso sperduto. Non brilla per furbizia, questo è altrettanto certo. Inoltre, tre, il modo in cui emula le domande più importanti per concentrarsi su delle sciocchezze è stato snervante da morire, con tutte quelle (quattro) speculazioni e divagazioni mentali assurdissime che si protraevano per capitoli e capitoli, dandomi ai nervi. Rallentavano la lettura in maniera estenuante, tanto che più di una volta mi sono chiesta se dovessi davvero finirlo o no. Molte erano persino cose per nulla strane che l'autrice definisce tali solo per attirare l'attenzione su di esse, facendo sembrare tutto una grossa finzione e smontando l'atmosfera "horroh" tesa e da cardiopalma che probabilmente aveva intenzione di mettere su. Si, c'è una certa tensione, ma non è spontanea, sicuramente non "da brividi" come volevano darci a bere.
E poi, le virgolette. E i punti esclamativi senza senso. Questo stile da "precisina" lasciava davvero a desiderare, e mi veniva voglia di urlare al continuo leggere di altre allusioni chiarissime scritte e firmate in giro per il libro. Mi piace saper decifrare l'aura di mistero attorno ad un libro, ma non quando questa è gratuitamente servita con frasi come tutto era diverso dopo "l'incidente" o il mio passato oscuro mi ha "cambiata", in cui vengo continuamente informata della presenza di un incredibile e pericolosissimo segreto nascosto nel passato della protagonista... senza che mi venga detto di che si tratta! Perché sbatterlo in faccia al lettore una pagina si e una no e non dargli la possibilità di entrare prima nella storia e poi tratteggiare gli elementi più inquietanti? Questo tipo di misteriosità scadente continuamente precisata guasta il ritmo del racconto e lo rende monotono come un circolo vizioso. Per non parlare della protagonista... speravo solo che almeno il segreto ne valesse la pena.
Di Keira e i personaggi che la circondano sappiamo che "scoppiarono a ridere" ogni mezza pagina, dando prova della loro divertente superficialità; ciò a discapito di tutto il mistero e la paura con cui l'autrice voleva condire il racconto. Parliamo di figure senza spessore alcuno che parlano e saltano da uno stato d'animo alla velocità della luce.
Eh no.
Non c'è personalità in loro, sembrano fatti con lo stampino, per poi essere stereotipati secondo le necessità della Hudson. Credo sia stato questo a renderlo spaventoso, e non il fatto che lo si possa definire in parte horroh. Ah ah -ma dove?
Così, per metà libro Keira é ripetitiva e insopportabile, un manichino ossessionato, tormentato e privo di personalità che si trastulla con pensieri più astratti del normale, capace solo di recitare meccanicamente il ruolo della ragazzina spaventata ma, ovviamente, affascinata dal figo protagonista. Persino Bella Swan ha più carattere di lei.
Di Dominic in realtà non sappiamo nulla di determinante fino a metà volume, proprio nel momento in cui Keira sembra reagire un po' e tirar fuori le unghia, mostrandosi capace di provare rabbia oltre l'autocommiserazione, ma continuiamo a non saperne nulla di concreto anche finito il libro -l'ho detto, è tutto fumo misterioso e niente arrosto! Le loro interazioni si fanno più frequenti, grazie anche a Sophia, la strana ma simpatica sorella di Dominic e amica di Keira, e veri pericoli iniziano a delinearsi all'orizzonte, movimentando un romanzo che credevo sarebbe rimasto statico fino alla fine. In realtà, questo guizzo promettente non si è rivelato esattamente soddisfacente, ma mi ha permesso di comprendere dinamiche, fatti e pensieri e scoprire altro, tipo la tanto agognata verità nascosta nel passato di Keira, che però l'autrice, una volta tirata fuori dopo 400 pagine d'attesa, minimizza subito spedendo i due a letto insieme.
Okay.
Da qui il libro passa dall'essere un YA ad un NA ad un paranormal decisamente strambo, privo di una solida base soprannaturale su cui la Hudson avrebbe dovuto lavorare di più, costruendo scenari e, soprattutto, personaggi migliori, sensati. Comprendo i clichè, e in certi casi sono tollerabili, ma quando trasformano un INTERO romanzo in un clichè? No.
In compenso, da brava protagonista horroh -diciamo pure parodia horroh, mal o ben riuscita non so-, Keira urla tantissimo.
Non riuscivo a provare nulla, se non una vaga curiosità -perché io sono sempre curiosa, e soprattutto sempre per i libri più strani-, oltre a ridere nelle scene più ridicole, nei paragoni più assurdi fatti in momenti poco appropriati. Ed è stato inverosimile, perché di solito i libri mi trasmettono qualcosa, per quanto melodrammatico e banale possa essere. Ma qui, niente, le pagine avrebbero potuto essere bianche e mi sarei sentita più coinvolta. L'unico barlume era, appunto, questa testarda curiosità di sapere come sarebbe finito. Ho un debole per le cose problematiche, teatrali e sconclusionate. E anche se questa è una brutta copia più brutta del solito... vedremo.

★ 

So che qualcuno di voi l'ha letto, perciò mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate.
Io... non so cos'altro dire, davvero. A parte che sto, tipo, leggendo il secondo a tempo perso?

4 commenti:

  1. Non credo che lo leggerò mai LOL
    Me l'ha mandato la DeA di sua spontanea volontà, ma io dico no, grazie. Potrei distruggerlo. Lo so. Materialmente, dico. :P

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    1. Oddio, capisco perfettamente. Mi sono pentita di averlo richiesto non appena arrivata a, tipo, il terzo capitolo. Cioè, scherziamo? Ridevo la maggior parte del tempo. No comment.
      Se fai il falò per bruciarlo fammi un colpo di telefono xP

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  2. Io l'ho letto il mese scorso e devo dire che su un sacco di cose sono d'accordo con te: non è esattamente un romanzo ben riuscito (tanto per essere gentili!), ci sono un sacco di pecche, che tu hai sottolineato benissimo :) anche se aggiungerei il fatto che alcune delle scene "hot" rientrano nelle peggiori che abbia mai letto. E la protagonista è ossessionata dal concetto di "dominante" tanto che ogni tanto mi sono chiesta se stessi leggendo un urban fantasy o un preludio ad un romanzo a tema BDSM :P Però non l'ho trovato "pesante": nonostante i mille difetti, mille cose che mi hanno fatto cadere le braccia, cascare la mascella, e venir voglia di prendere a testate il muro (o a sberle la protagonista!) l'ho letto molto velocemente e penso sia una delle poche cose positive che posso dire :) Penso che prima o poi inizierò il secondo, tanto per curiosità, ma sarà anche la mia una lettura a tempo perso :)

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    1. *scoppia a ridere* Oddio, sei un mito. Sulle scene "erotiche" direi che la pensiamo allo stesso modo. E ti auguro di non iniziare mai il secondo. Io ci sto provando, a tempo perso, come ho detto su e come hai detto tu, tanto per curiosità. Riguardo alla pesantezza, sono in parte d'accordo con te. E' stato difficile trovare la forza di volontà per andare avanti, perché da un lato il fatto che fosse così mal scritto e contorto me l'ha reso una palla al piede. Ma ti dirò, l'ho finito in un giorno e una notte, non mi ha preso molto tempo com'è successo per le altre che l'hanno letto.
      Perciò può darsi che, un giorno, sul blog sbucherà la recensione degli altri xD

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