domenica 2 dicembre 2012

Recensione Black Friars. L'Ordine della Penna di Virginia De Winter.

Avevo già avuto modo, non appena uscito di leggere questo libro, ma per una serie di problemi non ero riuscita a scriverne la recensione. In occasione dell'ennesima rilettura, ho voluto sopperire a tale mancanza. Ritrovare Eloise, Ashton, Axel, Sophia, lo Studium e i locali di dubbia reputazione, gli intrighi delle famiglie di Reggenza e i segreti più oscuri scovati nel passato di chi non ha smesso di vivere nemmeno dopo una morte completa, è stato un pò come l'agognato ritorno a casa dopo un viaggio lungo ed estenuante. Quando una serie racchiude una trama così appassionante, l'attesa rischia di diventare insormontabile.


Black Friars. L'Ordine della Penna
Virginia De Winter

Fazi Editore
500 pagine
13 Luglio 2012
15,00€
Voto: 5 Stelle!

Altieres, l’antica dinastia regnante nel Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi eredi e a portare il nome dell’antica casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso. Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia Blackmore, unica erede della dinastia, creduta morta da anni, è stata ritrovata, e la Vecchia Capitale non sarà più la stessa. Gli oscuri segreti degli Altieres stanno tornando a calare ombre sulla città e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti. Mentre Sophia sta invece imparando a conoscere la sua nuova vita e cosa significhi essere una Blackmore, Eloise Weiss, coraggiosa eroina protagonista dei due romanzi precendenti, deve affrontare forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non possono infatti riposare in pace, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell’erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Blackmore nascondono da secoli e ora sono sfuggite al loro controllo.

                                         La mia Recensione.

Fin dal suo primo libro, Black Friars mi ha stregata e io sono caduta vittima di un sortilegio da cui per nulla al mondo vorrei essere guarita. Sono pochi i libri che possono vantare una trama tanto originale quanto passionale e uno stile chiaro e raffinato nella sua complessità. E dall'Ordine dalla Spada a qui sono trascorsi pochi anni d'attesa che però, fra un'uscita e l'altra, sembrano avere una durata pericolosamente lunga. L'Ordine della Penna ha senz'altro convinto me di essere il perfetto sequel delle mie aspettative, anzi le ha addirittura superate. La proposta di matrimonio non ancora espressa, le rivelazioni sulla discendenza dei Blackmore e gli affari in sospeso che si annunciavano già imperdibili hanno trovato le loro risposte in questo terzo volume, pronto ad evolversi ancora di più nel futuro quarto capitolo.
Nonostante il dividersi del panoramico punto di vista fra i vari personaggi, di certo non si può parlare di storie separate, dato che le azioni di ogni personaggio sono in qualche modo legate e dipendenti a quelle di altri, soprattutto per la trama di segreti e intrighi che ricopre come un manto la Vecchia Capitale e le Regioni del continente. Tutte le volte che una determinata scoperta veniva lasciata in sospeso, qualcun'altro era pronto a completarla, e la perfezione con cui l'autrice fa coincidere gli elementi di questo espediente è una delle cose che ho più amato in ogni libro.

Ancora una volta ritroviamo Eloise, il cui tormentato rapporto che la lega al Principe Axel, un'amore diventato tale fin dal primo momento, quando da bambini l'uno non aveva occhi che per l'altra, verrà affiancato da uno struggimento meno consapevole e adulto, mancante di quella dolcezza amara tipica degli altri due -che più si trasforma in triste quanto passionale frustrazione-, ma non per questo meno intenso, che vede protagonista Sophia, l'ultima Blackmore ancora in vita, ritrovata Principessa di Altieres ed erede al trono della Nazione. Questo diritto le verrà intralciato, più che dai bisbigli di disapprovazione per la sua inadeguatezza con cui dovrà fare i conti, dalla Reggenza di Maderian, rappresentata dalla famiglia degli Stuart-Sinclair. E, per essere ancora più precisi, da Gabriel Stuart, la cui arroganza è pari solo al suo fascino. Adeguarsi alla sua nuova identità non è di certo una cosa facile ed immediata, e la nuova permanenza di Sophia al Collegio di Altieres diviene subito fonte di problemi e irritazione per la ragazza, che si ritrova a fare i conti con le sorelle MayfieldCaroline e Fayette e la loro cugina Alexandria e con la costante presenza della sua scorta. Nonostante l'iniziale ostilità, Sophia dovrà accettare l'idea di imparare a conoscere la sua Nazione, le sue tradizione e le sue credenze, una delle quali la tenterà fino a farla cedere, nella prospettiva di una vendetta che inconsciamente non era stata progettata come tale, ma serbava il nascere di ben altri sentimenti.

Nel frattempo, ritrovata l'erede perduta dei Blackmore, Ashton e i suoi familiari, con l'aiuto di Axel e della sua immancabile combriccola di fidati amici, dovranno impedire che qualcuno provi ad attentare alla sua vita. Ma lo strano comportamento dei fantasmi e la progressiva comparsa di certi indizi, rappresentano luminosi punti d'allarme che non mancano di far nascere sospetti e portare all'affermarsi di una minaccia che richiama alla luce quella sfumatura di cupa disperazione da cui Axel era stato imprigionato anni addietro. Qualcuno sta raccogliendo gli oggetti appartenuti ad un essere tanto antico quanto letale e agli angoli di questo improbabile poligono vi sono gli Evocatores, coloro in grado di richiamare a se le creature del Presidio. Ma qual'è il collegamento, oltre questa capacità comune? Cosa agita tanto il mondo dei morti da portarli a sempre più frequenti apparizioni nella Vecchia Capitale? E cosa deve essere ritrovato che abbia così tanta importanza?

Black Friars ha tutta le caratteristiche che cerco in una storia, indipendentemente da quanti libri ci vorranno per completarla. Adoro quest'aura fioca e piena di ombre, frustrante per l'opportunità che da di vedere cosa contiene in contrasto con i numerosi punti oscuri che impediscono di scorgere chiaramente ogni dettaglio, costringendomi quindi ad avvicinarmi e analizzarlo con più attenzione. Le descrizioni precise, esaustive, i sentimenti trattenuti, gridati in silenzio, manifestati con poche parole e molti più gesti, questo teatrale contegno che ogni personaggio detiene nei confronti di quello immediatamente accanto, come se ogni dialogo fosse un segreto detto in confidenza o una menzogna raccontata da qualcuno che già sapesse quanto velocemente sarebbe quella stata divulgata.


Chiamare la parte romantica quell'intensa vibrazione di emozioni che mi ha stesa, ancora una volta, come un fulmine animato dalla tempesta più distruttiva e pericolosa, non renderebbe giustizia alla sua bellezza. Se nel primo libro mi ero letteralmente innamorata della struggente malinconia dei pensieri di Eloise e di quella racchiusa negli occhi di Axel in una muta richiesta di fiducia, ciò che l'Ordine della Penna ci regala è quanto di più romanticamente meraviglioso può esistere. La promessa di richiesta di matrimonio aleggiava nell'aria alla fine dell'Ordine della Spada e l'autrice è riuscita a rendere sorprendente una risposta che, in cuor mio, speravo in ogni modo essere positiva. La competitività fra Axel e Ashton che diventa complicità, l'accettazione di quei segreti che sarebbero per sempre rimasti sospesi fra loro, la paura di entrambi per le scoperte che guidano il lettore nella tessitura di una trama piena di rivelazioni e incantatrice da subito. La consapevolezza che ognuna di quelle piccole e grandi cose che, invisibili o meno, pur rimanenti in mezzo a loro, non sono in grado di distruggere ciò che una rappresenta per l'altro è ciò che di più intenso e bellissimo si possa concepire in una coppia come la loro.

E mentre il loro amore si riempie di consapevolezza e cede a quell'attrazione profonda che non è più possibile ignorare, quello fra Sophia e Gabriel è come una tempesta, improvvisa e potente, la conseguenza di una mossa avventata che porta alla più dolce e amara delle torture. Se continuo a pensarci non faccio altro che sospirare e sorridere per questa spiazzante emozione che nasce, da entrambe le parti, nella voluta attribuzione della sua esistenza a scuse e menzogne che, seppur esistenti, saranno usate solo per nascondere ciò che inevitabilmente li vorrà uniti. Che frustrazione! Giuro di non aver mai tremato tanto nel leggere scene così appassionanti e troppo brevi per accontentare il mio cuoricino, impazzito, imbizzarrito e irrimediabilmente folgorato. Mi hanno fatto perdere la testa, ritornare più volte in quei punti che parlavano solo di loro, per cogliere e nutrirmi quanto più possibile di quelle sensazioni che non hanno nulla da invidiare alla realtà.

E i balli. Oh, adoro l'atmosfera lussuosa ed elegante degli eventi nei grandi palazzi di Reggenza -o in quelli abbandonati-, con quegli enormi, bellissimi e raffinati vestiti che la mia mente si diletta a tratteggiare di dettagli, tanto quanto quella più intima e cospiratrice delle feste nelle taverne, con il dubbio di non conoscere l'identità di una presenza qualsiasi nel caso in cui si ci dovesse basare esclusivamente sui vestiti o sui contorni di un viso coperto da una maschera. Succede sempre qualcosa che, nella sua piccolezza, mi emoziona per il semplice fatto che il teatro del suo svolgimento sia qualcosa che mi affascina tanto!
Per non parlare della presenza di scene davvero esilaranti, di cui un certo gruppo di malfattori è spesso protagonista, o del raffinato quanto pungente sarcasmo della stessa Eloise, per cui provo una sorta di adorante riverenza, fili in acciaio intrecciati all'ironia di una donna che sa bene come usare le proprie armi.

La particolarità con cui riesce a rendere chiaro ogni pensiero, emozione e reazione, giustificandone il perchè o il come, è un altro tratto distintivo che da a questa serie una delle postazione più alta nella mia classifica personale. Sono rimasta rapita dagli intrecci delle antiche leggende e dalle origini delle Novem Nationes, di cui per secoli i miti che ne narravano le vicende erano rimasti perduti e ben nascosti, il passato che afferma la sua presenza nel presente e fa luce sulle ipotesi che lo riguardano, mettendo ancora più in ombra quei fatti che non sono ancora pronti a subire lo stesso destino. Un'intreccio perfetto di intrighi di potere, segreti nascosti nei borghi delle diverse Nationes e nelle insidiose legende che affondano le loro origini in tempi tanto antichi che nessuno aveva provato - osato- a riportarle in superficie. E un amore perfettamente armonizzato in ogni sua sfaccettatura, intenso e coinvolgente, in cui è letteralmente impossibile non avere il desiderio di perdersi.

4 commenti:

  1. non avrei saputo esprimere meglio le emozioni che mi provoca questo libro!!! anch'io sono ritornata più volte sui passaggi che vedono Sophia e gabriel insieme, non me ne stancavo mai!!! e la famosa pagina 211? ne vogliamo parlare!!! Non vedo l'ora che esca l'ultimo volume, ma una cosa è certa non ne avrò mai abbastanza!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io ho avuto qualche difficoltà nel mettere per iscritto queste emozioni, questo libro mi ha mandata in tilt! Mamma mia, Sophia e Gabriel... *____* *urlo bloccato in gola* LI ADORO!! E' vero, nonostante io non vedo l'ora di avere il sequel fra le mani, vorrei che questa saga non finisse mai *sospiro trasognato*

      Elimina
  2. Bellissima recensione complimenti!!! :)
    NOn vedo l'ora di leggere questo libro!!!!! m'intriga tantissimo!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Graziee :D
      Leggilo ASSOLUTAMENTE, è un autentico capolavoro! *-*

      Elimina

Ti è piaciuto il mio post? Daaaai, lascia un commento, sarei davvero contenta di sapere che ne pensi! *^*