Resta anche domani
Gayle Forman
Mondadori Chrysalide
246 pagine
5 Maggio 2009
15,00€
Voto: ★ ★ ★ e ½
Non ti aspetteresti di sentire anche dopo. Eppure la musica continua a uscire dall'autoradio, attraverso le lamiere fumanti. E Mia continua a sentirla, mentre vede se stessa sul ciglio della strada e i genitori poco più in là, uccisi dall'impatto con il camion. Mia è in coma, ma la sua mente vede, soffre, ragiona e, soprattutto, ricorda. La passione per il violoncello e il sogno di diventare una grande musicista, l'ironia implacabile di Kim e la scazzottata che ha inaugurato la loro amicizia, l'amore di un ragazzo che sta per diventare una rockstar e la prima volta che, tra le sue mani, si è sentita vibrare come un delicato strumento. Ma ricorda anche quello che non troverà al suo risveglio: la tenerezza arruffata di suo padre, la grinta di sua madre, la vivacità del piccolo Teddy, l'emozione di vivere ogni giorno in una famiglia di ex batteristi punk e indomabili femministe. A tanta vita non si può rinunciare. Ma cosa rimane di lei, adesso, per cui valga la pena restare anche domani?
La mia Recensione
Qualcuno aveva accennato a questo libro e al fatto che ne erano stati acquistati i diritti cinematografici. Incuriosita, ho pensato di infilarlo tra le mie letture, scavalcando così le altre in attesa, perchè la trama mi faceva venire in mente Before I Fall di Lauren Oliver, un romanzo YA romance che ho adorato. I buoni propositi c'erano, sperando che il mio istinto anche stavolta non mi avrebbe tradita. Resta anche domani di Gayle Forman è un libro formativo, malinconico, dolce, intraprendente come pochi. Mi ha tenuta per mano per tutta la lettura, accompagnandomi nelle cadute, nelle risate, nelle lacrime, nei batticuori, aiutandomi a rialzarmi e camminare. Ci siamo dati man forte a vicenda, quando la mia emotività voleva impormi una pausa, o quando avrei voluto solo chiedermi cosa avrei scelto io, in quella situazione. Sono questi i libri che mi rendono fiera della mia passione, intensi e coinvolgenti senza essere pretensiosi, piacevoli e mai leziosi, o troppo concentrati a impressionare il lettore. Un romanzo che ti fa capire quanto anche le piccole cose siano importanti. In realtà, è merito di Mia.
Mia è una ragazza normale. Non c'è nulla da ammirare o giudicare in lei; è una studentessa del liceo, ha una grande passione per la musica classica e suona il violoncello da dieci anni. Ha i suoi pregi, i suoi difetti, le sue paure, i suoi sogni. I genitori sono, come dire, alternativi -non appartengono alla cerchia degli hippie, però hanno quell'aria giovane e spensierata che troppo spesso gli adulti perdono poco prima di diventarlo. Quel tipo di genitori per cui i tuoi amici potrebbe dire, i tuoi sono forti! Il fratellino, Teddy, è una vera bomba ad orologeria, sempre iperattivo, e ha ereditato la passione per la musica punk-rock e la batteria dal padre. Mia invidia la loro grinta. Apparentemente non hanno nulla in comune, nell'aspetto così come nel carattere: è un po' un agnellino in una mandria di pecore impazzite, sempre dolce e riflessiva, decisa e intelligente, adulta già a diciassette anni. Niente a che vedere, quindi, con le eroine fantasy o distopiche di cui mi capita spesso di leggere, ma il mio legame con lei è stato istantaneo.
Credo che la prima cosa che abbia provato non è stata compassione. L'autrice ha occupato la mia mente con le immagini della vita di Mia, tutte quelle cose che, nella vita normale, fanno parte di un percorso e hanno un inizio e una fine, che ti rattristano giusto il tempo di farti coraggio e andare avanti. Uno specchio, in poche parole, per me che ho la stessa età di Mia e mi riconosco in molti dei suoi dubbi, o delle speranze. Non ho quasi pianto, e me ne stavo giusto meravigliano -sapete, sono piuttosto emotiva-, finché Mia non si rende conto, davvero conto di ciò che ha perso e ciò che le rimane, un senso di riconoscimento e consapevolezza che ha inondato anche me all'improvviso. A quel punto, mi era già affezionata abbastanza da sentire la familiare morsa al petto che mi ha portato alle lacrime. La scena dell'incidente, però, è stata surreale. Un susseguirsi di azioni e dettagli, un elenco sterile e agghiacciante, la parodia di una tragedia che alle fine si rivela essere tale, con la musica di sottofondo che scandisce attimo per attimo qualunque sequenza di emozioni si possa provare in quel momento. E' molto facile immedesimarsi nella protagonista, anche senza sentirsi affini. E' questo che intendo con coinvolgente, è facile lasciarsi prendere dalla storia quando quella inizia a diramarsi in immagini e sensazioni nella tua mente.
Ripenso a quello che ha detto l'infermiera. È lei a condurre il gioco. E a un tratto capisco il dubbio di mio nonno. Anche lui aveva ascoltato l'infermiera. Ci era arrivato prima di me.
Restare. Vivere. Dipende da me.
La faccenda del coma è soltanto un paravento. Non dipende dai medici. E neanche dagli angeli. Non dipende nemmeno da Dio, che, se esiste, non si è ancora fatto vedere da queste parti. Dipende solo da me.
Ma come faccio a decidere? Come potrei restare, ora che i miei genitori non ci sono più? E come potrei lasciare Teddy? O Adam? È una responsabilità troppo grande. Non capisco nemmeno come funziona. Non so perché mi trovo in questo stato o come fare per uscirne. È sufficiente che io lo voglia, per svegliarmi all'istante? Ho già tentato di concentrarmi per andare a trovare Teddy o trasferirmi alle Hawaii e non ha funzionato. Svegliarmi mi sembra un'impresa ben più complicata.
Eppure, nonostante tutto, credo che sia vero. Le parole dell'infermiera mi riecheggiano in testa. Sono io a condurre il gioco. Tutti quanti aspettano me.
Sono io a decidere. Adesso lo so.
E questo mi terrorizza più di qualsiasi altra cosa sia successa oggi.
Come dicevo, è anche, e in parte, un romanzo di formazione. Per Mia è uno di quei momenti in cui non può fuggire da una scelta importante, come spesso ha tentato di fare, e rivive la sua vita percorrendo i corridoi dell'ospedale e scorrendo le facce delle persone venute lì per lei, cercando un'indizio, un aiuto che le dicesse cosa fare, che la sollevasse dal prendere quella decisione.
Ci sono molti flashback, grazie ai quali possiamo ricostruire la vita di Mia come se non fosse in coma, sdraiata in un letto d'ospedale, ma non dimenticando mai che in realtà è così. Con questo espediente ci vengono presentati gran parte dei personaggi, fra cui Kim e Adam, rispettivamente la migliore amica e il ragazzo di Mia. Li ho trovati interessanti da subito, un po' come con la sua famiglia. Hanno caratteri diversi, ma condividono la stessa ostinazione e lo stesso affetto per Mia, un amore determinato e mai melenso, ma sincero e autentico, in tutti i suoi difetti -soprattutto nei suoi difetti. Sono anche questi, infatti, che aiutano Mia nella sua lotta contro e per la vita, che dirigono i suoi pensieri non solo sull'amore che ha perso, ma su quello che la attende da sveglia, che è ancora lì, trepidante per il suo ritorno. E molto ho apprezzato Adam, con il suo essere tenace e incerto, è uno di quei personaggi che ti colpiscono al cuore per la propria umanità.
Non voglio limitarmi a definirlo un libro sul miracolo della vita come spesso si sente dire, perché ad una notizia del genere, dall'esterno, ci si può solo rallegrare e stupire di quanto a volte il destino possa essere buono. Qui, invece, ci si immerge nei particolari, è come essere dall'altra parte della barricata, quella in cui sei tu la persona a cui avviene il miracolo, e non qualcuno che sente per caso la notizia. Immergersi nella storia di Mia può creare reazioni diverse -scoprire il suo passato, vedere evolversi il suo stato d'animo di fronte alla scena che deve compiere, tutto mentre lei è fisicamente immobile, ma mentalmente attiva. Da una parvenza di staticità che durante la lettura si avverte, ma non in modo fastidioso o negativo, più come se ci si aspettasse un colpo di scena, qualcosa che smuova la narrazione dalla sua sentimentalità, seppur profonda e toccante e mai eccessiva. Ma non c'è mai un bianco o nero totale, perché il romanzo offre al lettore la possibilità di cogliere la storia nelle sue sfumature, in quelle in cui più si può riconoscere, o che lo animerebbero ad un confronto.
L'autrice ha creato davvero un ottimo romanzo. Lo stile alterna la dolcezza, l'aura romantica ed emozionale, la malinconia e ogni altra sfumatura dell'animo umano con sorprendente decisione, senza esclusione di colpi, e l'impatto che ha sul lettore -per lo meno, che ha avuto su di me-, è forte abbastanza da rimbombare fino alla fine, quando dopo i tanto gradevoli c'era una volta sotto forma di flashback e la sferzante ironia e obbiettività di una protagonista che si può forse biasimare, ma difficilmente odiare, ogni cosa si blocca e riduce a poche frasi. A quel punto, non si può non pensare al seguito, magari sperando che sia migliore o, ancora, con aspettative tanto buone quanto quelle soddisfatte dal primo. Nel complesso, mi è piaciuto. Mi sono emozionata, ho riflettuto su alcune cose e giudicato altre, mi sono lasciata coinvolgere senza pensare ci fosse un'alternativa -smettere di leggere? No, grazie! Ho apprezzato la dinamicità dei personaggi, che ti lasciano una traccia addosso pur senza gesti eclatanti o eroici, ma essendo semplicemente se stessi; la tenerezza della trama, che attraversa le fasi del lutto senza enumerarle, lasciando il lettore senza lieto fine, senza banalità, solo con ciò che la vita ha dato a Mia, e con l'uso che lei ha deciso di farne.
Come dicevo, è anche, e in parte, un romanzo di formazione. Per Mia è uno di quei momenti in cui non può fuggire da una scelta importante, come spesso ha tentato di fare, e rivive la sua vita percorrendo i corridoi dell'ospedale e scorrendo le facce delle persone venute lì per lei, cercando un'indizio, un aiuto che le dicesse cosa fare, che la sollevasse dal prendere quella decisione.
Ci sono molti flashback, grazie ai quali possiamo ricostruire la vita di Mia come se non fosse in coma, sdraiata in un letto d'ospedale, ma non dimenticando mai che in realtà è così. Con questo espediente ci vengono presentati gran parte dei personaggi, fra cui Kim e Adam, rispettivamente la migliore amica e il ragazzo di Mia. Li ho trovati interessanti da subito, un po' come con la sua famiglia. Hanno caratteri diversi, ma condividono la stessa ostinazione e lo stesso affetto per Mia, un amore determinato e mai melenso, ma sincero e autentico, in tutti i suoi difetti -soprattutto nei suoi difetti. Sono anche questi, infatti, che aiutano Mia nella sua lotta contro e per la vita, che dirigono i suoi pensieri non solo sull'amore che ha perso, ma su quello che la attende da sveglia, che è ancora lì, trepidante per il suo ritorno. E molto ho apprezzato Adam, con il suo essere tenace e incerto, è uno di quei personaggi che ti colpiscono al cuore per la propria umanità.
Non voglio limitarmi a definirlo un libro sul miracolo della vita come spesso si sente dire, perché ad una notizia del genere, dall'esterno, ci si può solo rallegrare e stupire di quanto a volte il destino possa essere buono. Qui, invece, ci si immerge nei particolari, è come essere dall'altra parte della barricata, quella in cui sei tu la persona a cui avviene il miracolo, e non qualcuno che sente per caso la notizia. Immergersi nella storia di Mia può creare reazioni diverse -scoprire il suo passato, vedere evolversi il suo stato d'animo di fronte alla scena che deve compiere, tutto mentre lei è fisicamente immobile, ma mentalmente attiva. Da una parvenza di staticità che durante la lettura si avverte, ma non in modo fastidioso o negativo, più come se ci si aspettasse un colpo di scena, qualcosa che smuova la narrazione dalla sua sentimentalità, seppur profonda e toccante e mai eccessiva. Ma non c'è mai un bianco o nero totale, perché il romanzo offre al lettore la possibilità di cogliere la storia nelle sue sfumature, in quelle in cui più si può riconoscere, o che lo animerebbero ad un confronto.
L'autrice ha creato davvero un ottimo romanzo. Lo stile alterna la dolcezza, l'aura romantica ed emozionale, la malinconia e ogni altra sfumatura dell'animo umano con sorprendente decisione, senza esclusione di colpi, e l'impatto che ha sul lettore -per lo meno, che ha avuto su di me-, è forte abbastanza da rimbombare fino alla fine, quando dopo i tanto gradevoli c'era una volta sotto forma di flashback e la sferzante ironia e obbiettività di una protagonista che si può forse biasimare, ma difficilmente odiare, ogni cosa si blocca e riduce a poche frasi. A quel punto, non si può non pensare al seguito, magari sperando che sia migliore o, ancora, con aspettative tanto buone quanto quelle soddisfatte dal primo. Nel complesso, mi è piaciuto. Mi sono emozionata, ho riflettuto su alcune cose e giudicato altre, mi sono lasciata coinvolgere senza pensare ci fosse un'alternativa -smettere di leggere? No, grazie! Ho apprezzato la dinamicità dei personaggi, che ti lasciano una traccia addosso pur senza gesti eclatanti o eroici, ma essendo semplicemente se stessi; la tenerezza della trama, che attraversa le fasi del lutto senza enumerarle, lasciando il lettore senza lieto fine, senza banalità, solo con ciò che la vita ha dato a Mia, e con l'uso che lei ha deciso di farne.
Ciao Bliss! Questo libro mi è piaciuto davvero molto, mi sono quasi commossa quando ho scritto la recensione. È come se ci si trovasse in un impasse, fermi fisicamente ma con i pensieri a mille!
RispondiEliminaMi ha dato da riflettere, soprattutto sul valore che diamo alla vita e hai sentimenti. Mi sono venuto quasi i brividi quando ho letto quel passaggio che tu hai riportato, che la decisione di continuare nonostante il dolore non dipende nè dai medici nè dagli altri ma esclusivamente da Mia.
Ammetto, però, che la notizia del film mi ha fatto storcere un pò il naso. È quasi un libro di introspezione, la vedo difficile scriverci uno sceneggiato e tutto il resto... Idem per il seguito. Io la vedevo un pò come una storia autoconclusiva, che dava la libertà al lettore di immaginarsi quello che sarebbe successo... Dopo.
Comunque bellissima recensione! ^^
Sono d'accordo con tutto ciò che hai detto, specie per la notizia del film: temo rovineranno questa sorta di intimità che si istaura fra lettore e romanzo. Per il sequel, anche se condivido le tue perplessità, ammetto di essere curiosa, spero l'autrice faccia una buon lavoro :)
EliminaGrazie mille *---*
E' già da un po' di tempo che ho adocchiato questo romanzo che mi incuriosisce. Bella recensione Bliss :)
RispondiEliminaStessa cosa per me, alla fine l'ho letto e basta ;)
EliminaGrazie! :D