domenica 28 ottobre 2012

Recensione Un Amore di Angelo di Federica Bosco.

Sono in ritardissimo con questa recensione, ma la posto ugualmente adesso!
Un Amore di Angelo di Federica Bosco è il capitolo conclusivo di una delle trilogie più emozionanti che io abbia mai letto. Lacrime assicurate ad ogni libri, certo, specialmente per me che sono tanto incline alla commozione da non potermi contenere. E ora che anche questa serie si è conclusa, mi sento un pò come quando al cinema ho visto l'ultimo film di Harry Potter, come se dovessi dire addio ad una parte importante di me, ad un percorso durato anni fatto di speranze e ansia e sorrisi e pianti. Un pò malinconica, si, ma con un gran sorriso intenerito sulla labbra.


Un amore di angelo
Federica Bosco
Newton Compton
384 pagine
20 Settembre 2012
9,90€

Voto: 5 Stelle!

Libera di danzare senza schemi e regole ferree, libera di studiare con chi volevo senza più obbedire ai canoni rigidissimi delle scuole prestigiose o ai capricci di insegnanti frustrati, libera di esprimere me stessa». Mia ha avuto l’occasione che attendeva da sempre: un’audizione alla Royal Ballet School. Ma quando si è trovata su quel palco, quando ha capito che la possibilità di entrare in quella scuola era a portata di mano, ha sentito di non voler rinunciare alla libertà di danzare senza regole, vincoli, costrizioni. Accanto a lei, anche nelle decisioni più difficili, c’è sempre stata la voce di Patrick, eterea presenza che non la lascia mai. Dopo il suo “no” alla Royal, per Mia può iniziare una nuova vita: lei e Nina, superate finalmente tutte le incomprensioni che le avevano divise, decidono di trasferirsi a Londra. Mia trova una scuola d’arte che la entusiasma, la Brit, mentre Nina prova a frequentare un corso di giornalismo. Ma Londra non è solo divertimento e cambiamenti: le due amiche dovranno anche affrontare la difficile gravidanza di Nina. A sostenerle, come sempre, ci sarà l’incorporea figura di Patrick. Finché un giorno…


...non decide di mettersi alla prova. Consapevole del suo bisogno di libertà, la nostra Mia abbandona l'idea di andare alla Royal, si trasferisce a Londra con la sua ritrovata migliore amica incinta Nina e porta con se anche la fantastica Betty -se non si era capito, io la adoro, letteralmente!-, in modo da avere almeno un adulto con loro. Certo, beh, parlare di adulto vero e proprio con Betty non rende l'idea, ma per quanto possa sembrare sbadata, ho sempre pensato che abbia una saggezza infinita, lei! Mia dovrà fare i conti con la comunicazione della sua decisione di non studiare alla Royal, cosa che deluderà molto la nonna e confonderà la madre, creando nuove dispute in questo bizzarro triangolo di donne Benelli. Inoltre dovrà dividersi fra un'insistente Carl che le chiede aiuto per riconquistare Nina, la ricerca di una scuola di ballo in cui studiare, un'esasperante vicina fin troppo attenta ai loro spostamenti -la zia di Nina, che secondo quest'ultima dovrebbe risultare d'aiuto per la sua condizione- e la presenza/assenza di Patrick, pensiero che rimane inevitabilmente fisso durante tutta la lettura del libro e che spesso mi commuoveva anche quando non era necessario, perchè la stretta al cuore è talmente forte e impossibile da superare che solo a guardarlo, il libro, gli occhi mi diventano lucidi.

Si, mi ha proprio preso questa storia... quindi, qual'è questa prova a cui Mia, dopo rimproveri e ripensamenti e incoraggiamenti, decide di sottoporsi?
Avendo cancellato la Royal dalla breve lista delle cose che sogno di fare per tutta la vita, a Mia serve una scuola in cui studiare ciò per cui è senz'altro nata. La danza. Chiede consiglio alla sua amica Lia, anch'essa ballerina, conosciuta nel secondo libro, su quale scuola potrebbe frequentare a Londra che rispecchi in pieno questo suo bisogno di danzare senza limiti, e viene indirizzata alla Brit, una specie di santuario dell'arte moderno e caotico e pieno zeppo di ragazzi come lei che non vedono l'ora di sfidarsi.
E il problema sta proprio lì.

La più grande affinità che ho mai provato con la protagonista è senz'altro la paura di buttarsi nella mischia, di rischiare, di doversi confrontare con gli altri, di perdere, di non risultare la migliore, come quel rigore e quella perfezione che la danza classica le ha sempre insegnato. Alla Britt imparerà a sciogliersi, a capire che la tecnica non è tutto, che certe persone, per ottenerlo quel tutto, arrivano a barare e che non sempre chi sembra esserti amico lo è. Certo, non è il caso di Adam, il ragazzo-comico dall'allegria contagiosa che l'appoggerà e la aiuterà a superare i primi difficoltosi tempi nella nuova scuola, che le starà vicino nei momenti più bui, quelli dove la mancanza di Patrick diventa quasi insopportabile e il mondo sembra caderle addosso. Il quadro perfetto del migliore amico..
Sinceramente vorrei non dover parlare troppo di lui. Una parte di me vorrebbe odiarlo e basta, ma non ha fatto niente per meritarselo, perciò mi sento stupida anche solo a pensarlo. Invece, parlare di Patrick mi farebbe solo piangere e piangere e versare lacrime una dietro l'altra. Per quanto divertenti siano alcuni dei loro dialoghi, l'ironia è sempre accompagnata da quella tristezza di fondo che impedisce sia a lui che a Mia di andare avanti.

Quindi, un piano ad ogni capitolo non ve lo leva nessuno, ve lo posso assicurare.

Gli ostacoli, in questo capitolo finale, sembrano moltiplicarsi. L'insegnante più strano, quello più odioso, uno spettacolo da mettere su e un ballerino a cui servono lezioni di buona educazione, una cantante con troppi riflettori inesistenti in testa, una ballerina timida e innamorata della persona sbagliata, tutti piccoli particolari che, legati ai suoi problemi personali, porteranno i lettori a compatire Mia ed esasperarsi insieme a lei, persi in un vortice di confusione e sentimenti che troveranno uno sbocco solo nella bellissima e struggente conclusione del romanzo.

Le mie aspettative non credevano mica di ritrovarsi davanti ad un finale straziante, pieno di lacrime e urli disperati, perchè se c'è qualcosa che ho capito leggendo di quest'eroina piena di forza e di coraggio e imparando a conoscere l'autrice è che il modo migliore -beh, o peggiore, a seconda dei punti di vista- per toccare il nostro cuore era quello di far finire tutto con quella fase inizia di negazione, seguita da una forzata rassegnazione, qualche lacrima piena di angoscia, malinconia, dolore, e poi un respiro profondo, testa alta e quel sorriso sereno sul viso di chi ha capito che la decisione più giusta non sempre coincide con quella più facile.
E' questo ciò che mi ha fatto piangere ancora di più, il bisogno iniziale di non credere a ciò che via via risultava sempre più evidente. Federica Bosco è riuscita a plasmare un grande sogno e un'amore che di più dolci e teneri non ce n'è, incantando i suoi lettori e concedendo loro un finale degno di Mia e Patrick. Non avrei potuto aspettarmi nulla di così emozionante, pur sapendo che in qualche modo sarebbe andata così.

2 commenti:

  1. Forse è ora che io inizi questa saga!!!!!:)
    complimenti per la recensione!!

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    1. Fallo! Strappa lacrime e dolcissima e meravigliosa, i pianti che mi son fatta con Mia e Patrick sono impossibili da eguagliare!

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